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Il sarcasmo dei colleghi può essere mobbing
27-07-2018
La Corte di Cassazione ha condannato Poste Italiane Spa per mobbing ai danni di un dipendente, per l’atteggiamento di sarcasmo riservatogli dai colleghi per le frequenti assenze dal lavoro e per i suoi atteggiamenti ostili.
In appello i giudici non avevano riconosciuto il comportamento dei colleghi come mobbing in quanto l’uomo si rifiutava apertamente di svolgere l’attività di portalettere che considerava dequalificante. Era anche ricorso ad atti di aperta ostilità tra i quali, a esempio, le frequenti denunce di infortuni sul lavoro all’Inail, che si erano poi rivelate infondate. Anche il disturbo ansioso depressivo denunciato come malattia professionale dal lavoratore, secondo la Corte di Appello, era una patologia non riconducibile all’ambiente di lavoro ma determinata esclusivamente dal peggioramento delle condizioni lavorative causate dall’atteggiamento astioso del dipendente, a cui i colleghi avrebbero risposto con “reazioni inevitabili e non scorrette”.
Tali motivazioni non hanno convinto la Cassazione, che ha annullato la sentenza della Corte di Appello che aveva erroneamente considerato il sarcasmo dei colleghi come atteggiamento ammissibile e quindi lecito e tollerabile.
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